Avere un multimetro con delle funzioni aggiuntive rispetto alla misurazione di grandezze elettriche è fondamentale per riuscire a usare questo strumento in maniera davvero piena e soddisfacente.
Un multimetro, infatti, può essere anche in grado di effettuare dei test su diodi e transistor. Nelle prossime righe ci concentreremo particolarmente su quest’ultima opzione.
Buona lettura!
Multimetro: perché è importante averlo
Il multimetro è un dispositivo in grado di misurare le grandezze elettriche e quelle fisiche. Tuttavia, il suo compito principale è proprio quello di occuparsi delle grandezze elettriche e soprattutto della corrente, della tensione e della resistenza.
In aggiunta, alcuni modelli mettono a tua disposizione la possibilità di misurare anche la temperatura o l’umidità e, soprattutto, di poter effettuare dei test sia sui diodi sia sui transistor.
Si tratta dunque di uno strumento utilissimo per monitorare gli impianti elettrici, ma anche per riuscire a capire quale sia il problema che interessa i tuoi elettrodomestici e, addirittura, per assicurarti di non avere delle infiltrazioni d’acqua dietro le pareti.
Tra quali multimetri puoi scegliere?
Per quanto riguarda la scelta del multimetro, ti consigliamo in primo luogo di acquistare un dispositivo palmare, le cui dimensioni compatte sono ideali per un utilizzo domestico.
Hai poi due opzioni tra le quali scegliere per quanto riguarda la tipologia del multimetro. Esistono infatti i multimetri digitali, più affidabili e precisi, oppure i multimetri analogici, un po’ meno precisi, ma capaci di mostrare meglio gli andamenti oscillanti.
La differenza tra le due tipologie riguarda essenzialmente il display e qualche piccola caratteristica tecnica.
Nel caso di un multimetro digitale i valori verranno mostrati sotto forma di cifra in un display retroilluminato, mentre un multimetro analogico è dotato di un cursore che si sposta sopra una scala graduata.
La struttura di un multimetro
Prima di entrare nel vivo di questo articolo, è importante effettuare un piccolo ripasso circa la struttura di un multimetro.
A parte il display, che come abbiamo visto può essere digitale o analogico, le componenti principali sono il selettore della misura e le porte, o boccole, d’ingresso.
- A indica le ampere e, di conseguenza, la corrente
- V indica i volt e quindi la tensione
- Ω indica gli ohm, ovvero l’unità di misura della resistenza
- A~ e V~ indicano la corrente alternata e la tensione alternata
Per quanto riguarda invece le porte di ingresso, queste sono tre, mentre i cavi sono due, uno nero e uno rosso. Il cavo nero può essere inserito solo nella porta COM, mentre quello rosso può usare sia la porta mAVΩ sia la porta 10A, ma quest’ultima solo in caso di potenza del circuito inferiore ai 200mA.
Cos’è un transistor?
Ora che abbiamo questa infarinatura generale circa il multimetro, passiamo allo spiegare cosa sia un transistor.
- il materiale è semiconduttore
- ci sono tre terminali che rendono possibile il collegamento con un circuito esterno
Ma come funziona? Applicando su una coppia dei suoi terminali un piccolo segnale, il transistor sarà in grado di controllare un segnale molto più grande applicato però su un’altra coppia di terminali. Alla base di tutto questo c’è il cosiddetto gain, ovvero il guadagno.
Nel caso in cui il segnale di uscita maggiore dovesse essere proporzionale a quello inferiore di ingresso, il transistor funziona come un amplificatore. In alternativa, il transistor può essere usato per accendere o spegnere la corrente in un circuito, funzionando quindi come un interruttore controllato elettronicamente.
I terminali di un transistor possono essere chiamati in due modi diversi a seconda della tipologia:
- etichetta (o base), collettore ed emettitore nel caso di un transistor bipolare
- gate, source e drain nel caso di un transistor a effetto di campo
Nel caso di un transistor bipolare, il segnale più debole deve essere impresso nel terminale presente tra la base e l’emettitore, mentre il segnale più forte deve trovarsi tra i terminali tra il collettore e l’emettitore. Nel caso di un transistor a effetto di campo, invece, il segnale più debole deve essere applicato sul gate e sarà in grado di controllare quello presente tra source e drain.
Come testare un transistor con il multimetro digitale
Nel caso di test su transistor, questi ultimi sono generalmente bipolari. Il test, ovviamente, serve a verificare se il transistor funzioni o se al contrario non sia danneggiato. In caso di problemi ai tuoi circuiti elettrici o ai tuoi elettrodomestici, controllare il transistor è una delle prime azioni da compiere.
Ma come puoi testare un transistor?
La prima cosa che dovrai fare è impostare il selettore della misura del tuo multimetro sugli ohm e in particolare su quelli medi. Il cavo rosso del multimetro deve avere un’estremità inserita nella porta mAVΩ, mentre dovrai collegare l’altra estremità al terminale di base del transistor. Il cavo nero, invece, inserito nella porta COM del multimetro, dovrà avere l’altra estremità collegata al collettore.
Se il segnale dovesse corrispondere a quello di un circuito aperto, ripeti per sicurezza la misurazione e poi inverti la connessione alla base del transistor: sposta il cavo nero alla base del transistor e quello rosso all’emettitore prima e al collettore dopo. In questo caso dovresti avere una differenza di misurazione.
Ora passa a un altro step: collega il cavo nero al collettore e il cavo rosso all’emettitore, controlla che il multimetro continui a indicare un circuito aperto e poi inverti i cavi. Anche in questo caso, il multimetro dovrebbe indicare un circuito aperto.
Se il tuo transistor dovesse superare tutti questi test allora puoi ritenerti fortunato: significa che è davvero funzionante!